Ammissibile e inammissibile

L’emendamento al decreto Fiscale per abbassare l’IVA sui “prodotti sanitari e igienici femminili” al 10% (detto Tampon Tax) proposto con prima firma Laura Boldrini e sottoscritto da altre deputate in modo trasversale e respinto in prima istanza è stato dichiarato ammissibile dalla commissione Finanze.

Inammissibile era infatti, paradossalmente, tassare il materiale igienico per le donne come un bene di lusso.

E’ stato ed è fino a oggi considerato tranquillamente ammissibile assistere ai tentativi  spettacolarizzanti di una nota azienda di prodotti igienici femminili che “costruisce” ad hoc una pubblicità che ci vede inermi e passive, sotto la doccia, a lasciar scorrere un rivolo di sangue tra le gambe come se corrispondesse alla realtà.

Certamente non rimpiangiamo i messaggi pubblicitari che ci vogliono  capaci di “riempire” i loro prodotti con sangue blu (del resto è un nobile lusso, no?) anche mentre ci lanciamo in mirabolanti imprese imbracate a testa in giù, ma non abbiamo neanche bisogno di qualcuno che monetizzi su di noi con una metaforica pacca sulla spalla mostrando ciò che è nostro e intimo, come del resto altre funzioni corporali che nessuna (e nessuno) si sognerebbe di rappresentare con tanta nonchalance.

Svelare che non c’è niente di sporco, impuro, insano o patologico nel ciclo mestruale, nulla di cui doversi vergognare, niente da dover nascondere, da evitare di mostrare nasce da una buona intenzione che però trascura come ci sia una certa sacralità da celebrare e un’intimità da rispettare. Nessuna di noi si sogna di indossare mutandine con fiori rossi ricamati o giustapposti sulla zona interessata, dalla censura a fenomeni da baraccone ce ne corre.

Non ci interessano tentativi sfrontati di cooptazione, vogliamo equità. I confini del nostro corpo li decidiamo noi.

                                                                                      Valentina Muià